Ralph de Palma, "l'uomo più veloce del mondo" che veniva dall'Italia

Scritto da Redazione.

Fonte: FondazioneItaliani
di Andrea Camboni

Vinse negli States più corse di chiunque altro. Un ricordo nel cinquantenario della morte

Ralph de Palma“L’uomo più veloce del mondo” veniva da Biccari (Fg). Svelto di testa, rapido nel cogliere quelle poche occasioni che la xenofobia americana dei primi del Novecento si lasciava sfuggire nei confronti degli emigrati. Italiani soprattutto, ultimi, come gradimento, nelle quote d’ingresso statunitensi. La grandezza di Ralph de Palma va oltre le sue 2557 gare vinte sulle 2889 cui partecipò, tra ciclismo, motociclismo ed automobilismo, da dilettante e professionista, la vittoria della 500 miglia di Indianapolis nel 1915, le competizioni con gli aeroplani.

Queste sfide raccontano solamente il suo coraggio sportivo, in un’epoca in cui la sicurezza delle vetture non raggiungeva certo la folle velocità dei circuiti. No. La vera impresa di Ralph de Palma consiste nell’aver infranto non solo tutti i record di velocità ma i pregiudizi di una intera società votata alla persecuzione del diverso, del “dago” italiano incline al delitto da coltello.
Grazie anche alla sua lunga carriera, dal 1908 al 1934, l’ immagine della “brutta gente” italiana, quantomeno nelle pagine sportive, lasciò il posto ad un’altra storia. Una scritta con l’orgoglio ed il riscatto, una storia di traguardi tagliati davanti a tutti, sul gradino più alto come a dimostrare la possibilità di una rivincita e la certezza che degli italiani non era la predisposizione genetica alla malavita, ma di tutti coloro i quali non hanno la possibilità di dimostrare le proprie capacità.
Ralph de Palma questa possibilità l’ha avuta e l’ha spremuta fino in fondo come fino in fondo ha schiacciato quell’acceleratore che lo ha portato in cima alle classifiche di tutte le più importanti competizioni internazionali, diventando per milioni di emigranti italiani il primo “eroe dello sport”.
Raffaele de Palma nacque a Biccari nel 1882 e all’età di 10 anni emigrò negli Stati Uniti proprio quando i primi prototipi di automobili cominciavano a circolare. Entrarono nella sua vita crescendo con loro, poi con una  abilità tecnica impressionante portò questi bolidi al limite estremo che la loro meccanica poteva sopportare. Un limite, una linea pericolosa in cui solo lui era capace di guidare. Un solo incidente, nel 1912, che lo costrinse in  un letto d’ospedale per due mesi e mezzo, mentre le cronache sportive aggiornavano continuamente la lista dei morti e degli incidenti. Nel frattempo il biccarese del subappennino dauno continuava a vincere. Due volte Campione Nazionale degli Stati Uniti, record del mondo della velocità del 1919. Una carriera da primo della classe fino alla morte sopravvenuta a causa di un cancro nel 1956.
Solo Ralph de Palma, l’emigrato, aveva l’abilità di pilotare il suo mezzo, lungo quella linea, a 241 km/h fino alla consacrazione del mito e della leggenda.

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